Gli inizi, prima degli inizi
Pare che il primo dipinto da me realizzato sia stato un campo di girasoli.
Lo avevo visto mentre con mia madre tornavamo a casa dal posto dove stava insegnando in quella tarda primavera degli anni 60, un minuscolo paese nella campagna maremmana.
Avevo tre anni, e di quel disegno non è rimasta traccia perché visto e subito richiesto per sé dalla dirigente scolastica del distretto dal quale mia madre dipendeva. Lo aveva appeso in bella vista nel suo studio, così mi è stato detto, e lì rimase fino a che Bice, così si chiamava la dirigente, andò in pensione.
Senza saperlo avevo avuto la mia prima collezionista e la mia prima esposizione pubblica. Era nata la mia storia artistica.
Disegnare, colorare, dipingere, raccontare attraverso le immagini, da quella prima volta dei girasoli, è rimasta la mia attività preferita.
Ma ci sono voluti molti anni, molte strade sbagliate, molti giri attorno, per arrivarci in modo definitivo.
Prima che accadesse, nel lungo o breve periodo tra infanzia, adolescenza e giovinezza, sono come tutti andata a scuola, scegliendo di volta in volta diversi indirizzi mai veramente in linea con ciò che avrei voluto, e poi, una volta diventata adulta ho lavorato nel pubblico impiego: niente di più lontano dal mio modo di essere.
Non rinnego nulla: non esistono sbagli o tempo perso, esiste solo quello che è stato, e dal momento che è stato e non può essere cambiato, é, molto probabilmente, anzi direi certamente, proprio quello che doveva essere.
Anni 90: sarò pittrice
E dunque facciamo assieme un grande salto temporale che dai tre anni dei girasoli, ci porta ai trenta circa di una donna stanca e demotivata, che in un giorno di Giugno, dopo tutti quei giri, è finalmente tornata al punto che con la mente e con il cuore non aveva mai abbandonato.
Era un pomeriggio di Giugno dicevo, quando, non senza sofferenza, ho deciso che: basta, avrei lasciato il mio lavoro sicuro e mi sarei dedicata all’arte in modo esclusivo. C’è voluto poi ancora un anno per rendere quel pensiero un’azione fatta e conclusa, e durante quell’anno, con difficoltà, ma anche con una promessa (fatta a me stessa) di libertà e di aderenza al mio modo di essere, sono diventata pittrice a tempo pieno.
I primi schizzi realizzati da una mano che, seppure sempre esercitata era ancora assolutamente acerba, sono stati le copie di classici realizzati durante i corsi serali all’Accademia Ligustica di Belle Arti, alla quale mi ero iscritta subito dopo aver preso la Grande Decisione.
Di quel periodo, di quelle aule sul mare che ho frequentato per due inverni, quasi in punta di piedi, cercando di rendermi invisibile agli altri, ricordo soprattutto la voce di un carissimo anziano Maestro, grande pittore, che ci ripeteva: “Per vedere le vostre immagini dovete costringermi agli occhiali. Se guardandole mi accorgerò di non averne bisogno, vorrà già dire che non vanno bene“.
Era la prima fondamentale lezione (di vita, oltre che di arte) mai più dimenticata: mantieni il tratto leggero. Era il 1997.
Scelgo quattro immagini da questi anni. Potete vedere la mano ancora incerta, poteve vedere come il tratto si alleggerisce.
Le prime mostre
Subito dopo i corsi dell’Accademia, due semestri di lavoro continuativo al quale ho aggiunto un ulteriore anno di lavoro per conto mio, come spesso succede quando finalmente abbracci chi sei, hanno cominciato a presentarmisi occasioni interessanti e irripetibili: allestire alcune mostre qui sul territorio e nella mia provincia di nascita e illustrare libri. Le mostre, a Portofino, Rapallo, Zoagli, Grosseto, sono state il mio primo vero approccio con un pubblico reale e tangibile, con i commenti, gli apprezzamenti, i consigli.
In ognuna di queste, una decina in tutto, ho portato soggetti diversi che andavano da paesaggi a figure, per i primi soprattutto piccoli borghi di mare o di collina, per i secondi soprattutto ritratti di marinai. E fu esattamente il primo giorno della mia prima mostra, una collettiva con altre tre artiste fatta a Portofino nell’Aprile del 1999, che ho effettuato con sorpresa incredulità la mia prima vendita. Il primo piano di un vecchio marinaio, realizzata con uno stile ancora molto influenzato dall’espressionismo, acquistata da una ragazza americana appena scesa da una nave. Il marinaio se ne andava per mare, con una ragazza venuta dal mare.
Chissà adesso dove si trova. Mi farebbe così piacere saperlo…
Qui di seguito una piccola selezione della serie Marinai. Manca purtroppo quello andato in America perché mi ero dimenticata di fotografarlo. Non doveva probabilmente rimanerne traccia, come per i Girasoli.
Primi anni del 2000: le finestre
Intanto era arrivato in Italia internet. Sono stata tra le prime artiste a decidere di spostare on line tutta la mia attività e utilizzarlo come galleria sempre aperta. Nel 2001 nasceva il mio primo sito, creato tutto da sola, molto imperfetto, molto amato.
In quei primi anni del 2000, il mio soggetto principale erano le finestre. Inteso come vedute di paesaggi inquadrati nello spazio contenuto di una finestra. Che fossero boschi, prati, paesaggi marini, o villaggi di campagna, era sempre così che li vedevo: da una finestra.
Penso di averne realizzate, tra dipinti piccoli, medi e grandi, un centinaio, di questa tipologia. Ne ho tenute per me solamemente due; il resto: tutte in giro per il mondo.
Di molte non ho più nemmeno un’immagine, non le avevo scattate o sono andate perse. Della maggior parte ho purtroppo un’immagine non buona, essendo state scattate da me, senza molta esperienza di fotografia. In più non avevo, ma non erano ancora nemmeno in uso, una fotocamera digitale. La piccolissima selezione che segue non ha dunque immagini di buona qualità, si tratta di scansioni di foto cartacee, ma ci tenevo comunque a mostrarne qualcuna, come testimonianza di una parte del mio cammino.
Con questo stile ho anche ralizzato un importante lavoro per uno dei più rinomati alberghi del luogo, L’Hotel Italia e Lido di Rapallo, per il quale ho dipinto tre grandi pannelli (m 2,00 x 1,50 circa) situati inizialmente in una delle sale da pranzo, spostati poi, dopo l’apertura di una nuova ala, in tre camere da letto.
Dal 2005 al 2016: la crescita di uno stile
Mi ci è voluto un po’, per uscire dalle finestre. Prima mi sono spostata sul davanzale, e infine sono uscita all’aperto. Lasciandole per sempre per entrare nel paesaggio.
Eravamo attorno al 2005/2006, e quella che segue è una piccolissima, minima selezione, tra centinaia di dipinti realizzati fino allo scorso anno, 2017. Una decina abbondante d’anni di paesaggi coloratissimi, molto molto miei.
Non scordavo però il mio amore per la figura, specialmente le donne. Sempre negli stessi anni, ne ho dipinte tantissime, iniziando da una serie creature dalla natura di fata
passando tra altre misteriose e gentili
e da un grandissimo numero di donne e gatti.
Infine, sempre in quel periodo, ho lavorato tantissimo, ininterrottamente direi, su commissione, dipingendo centinaia di dipinti su richiesta delle persone. In ognuno rappresentata una intera storia, così come mi era stata raccontata e richiesta, così come poi io ho dipinto filtrandola dalla mia fantasia, dal mio immaginario.
Quella che segue è una piccola selezione tra gli ultimi realizzati.
Illustratrice
Come accennato sopra, parallelamente a tutto questo, sono stata anche illustratrice. È stato un capitolo enorme della mia attività, riassumerlo non è facile, cercherò di farlo nel modo più conciso possibile. L’occasione era arrivata subito all’inizio della mia attività artistica, nel 1996. L’editore era La compagnia dei librai di Genova, il libro Un mare di parole della scrittrice Ada Bottini, un libro di fiabe e filastrocche a tema marino, illustrato da quatto illustratrici, me inclusa. A quello ne sono seguiti decine, la maggior parte con l’editrice Mammeonline (ora Matilda Editrice). Cinque sono stati pubblicati in Germania, con FamArt. Ho lavorato inoltre per enti pubblici, comuni, associazioni e privati, per manifesti, opuscoli, locandine e molto altro.
Quello dell’illustratrice era un lavoro che non avevo mai preso in considerazione. Mi piaceva, essendo io stessa appassionata ammiratrice di illustratori noti e meno noti e collezionista di libri e albi illustrati. Non avevo però mai messo in conto che avrei potuto anche io svolgere quell’attività. Come spesso accade, quando ci apriamo all’inevitabile, per me rappresentato dall’abbracciare un’attività artistica che per molti anni avevo lasciato da parte, accadono cose inimmaginabili e mai nemmeno prese in considerazione. Illustrare è stata per me quello: l’inimmaginabile. Arrivato per caso, accolto, e realizzato con amore. Per vent’anni. Fino a un paio di anni fa, quando ho deciso che bastava così: era stato un cammino bellissimo, ricco di soddisfazioni, che poteva però dirsi, una volta portato a termine ciò che era già stato programmato, concluso. Ho illustrato in quei venti anni una trentina di libri, di alcuni sono stata coautrice dei testi, uno è stato oltre che illustrato anche scritto da me. Ho realizzato altrettante copertine e, facendo un rapido calcolo, circa cinquecento tavole originali. Sceglierne una minuscola selezione da mostrare qui non è stato semplice – ammetto di essermi fatta un po’ aiutare dal caso.
Chiuso il capitolo dell’illustrazione torniamo ai dipinti, arrivando a ciò che è oggi.
Sono stati questi dal 2007 al 2017, anni di lavoro continuativo, appassionato, bellissimo, senza mai un cedimento, senza mai un ripensamento sul mio stile, senza nessun senso di stanchezza.
2017 qualcosa cambia: i fiori
Arriviamo così al 2017, e durante questo anno succede qualcosa. Accadimenti importanti erano intanto successi nella mia vita. Persone care che avevo perso, un cambiamento interiore mio (avvenuto attraverso letture, studi, meditazione) che andava facendosi sempre più profondo.
Avevo già deciso che avrei lasciato le illustrazioni.
Subito dopo si è reso evidente che mi sentivo come prosciugata anche riguardo alla realizzazione dei dipinti su richiesta. Ognuno di questi era stato per me un importante impegno: entrare ogni volta nei panni di qualcun altro era stato una vertigine di bellezza, privilegio, grande gratitudine, che piano piano però mi lasciava sempre più svuotata. Così, sempre per rimanere fedele a me stessa e a chi si rivolgeva a me per un quadro che portasse al suo interno una storia privata, ho deciso che era il momento di fare un’interruzione. E così ho fatto: mi sono fermata.
Ma non era finita lì. La stessa crisi che aveva coinvolto illustrazione e dipinti su commissione stava cominciando a interessare tutto il resto del mio repetorio, e quello che fino ad allora mi aveva fortemente caratterizzato.
I paesaggi, le donne, cominciavano a farmi sentire costretta in un determinato stile, realizzato sempre con la stessa tecnica. Tutto bello e molto amato, ma io nel frattempo ero cresciuta come persona, ero cambiata in tante e tante cose, come potevo rimanere fissa in quella che è la mia principale emanazione? Non era possibile. Non sarei stata più autentica, sincera, e rappresentare con finzione non è mai stato un mio interesse.
Ho così deciso di fermarmi e di prendermi uno spazio di pura sperimentazione.
Occorreva un soggetto che mi lasciasse più libera, che mi desse il modo di provare nuove tecniche, nuovi modi di dipingere. E il soggetto era lì pronto per me: i fiori: una delle prime vere meraviglie nate nel mondo.
Nel 2017 ho realizzato quasi esclusivamente fiori. Dirompenti, tutti mescolati nella tipica confusione dei prati selvatici. Sapevo che si trattava solo di una parentesi, di un ponte, di qualcosa che mi avrebbe portato da qualche altra parte, un posto misterioso e ancora completamente sconosciuto che ero certa, mi stava aspettando. Per arrivarci dovevo passare da lì, dai prati.
Le notizie dal mondo fluttuante
E con i fiori arriviamo al 2018. Gennaio, primo pomeriggio. Mi sono messa al mio tavolo da lavoro, e, sulla base stesa per creare quello che immaginavo come un nuovo prato fiorito nasce invece, in modo inaspettato e meraviglioso, la serie che decido di chiamare: #notiziedalmondofluttuante. Perché questo nome? Perché sono certamente notizie. Perché arrivano da chissà dove, un mondo di energia fluida, in movimento. Qualcosa che somiglia al flusso di un fiume, alle profondità del mare. Ma anche all’ingrandimento al microscopio di una foglia, di un minerale. Alla nostra stessa energia/respiro. Scopro, dopo aver scelto questo titolo per la mia nuova nascente fase, che è già esistito un movimento chiamato Ukiyo-e 浮世絵 immagine del mondo fluttuante fiorito tra il XVII e il XX secolo in Giappone. Destino? Caso? Non so. Non mi pongo il problema, e decido di lasciare questa definizione.
Ed eccoci all’estate del 2018, periodo in cui sto creando questa pagina sul mio percorso artistico.
Ho selezionato tantissimo, ho tralasciato intere parti (i ritratti, gli angiolini, i piccoli animali fantastici, le casine, e altro ancora…), ho cercato di essere il più breve, ma allo stesso tempo coinvolgente possibile. Riassumere ventitré anni di lavoro così vario e variegato non è semplice. Ci ho provato con semplicità, naturalezza, e verità, tre qualità alle quali cerco di aderire il più fedelmente possibile. Spero di esserci riuscita.
Ma questo sarete voi a deciderlo.
Per concludere
Vorrei che questa pagina possa essere per chi la legge una sorta di messaggio di incoraggiamento. Siate voi stesse/i. Abbiate fiducia nel processo. Stateci dentro. Abbracciatelo. Siate tuttuno con esso. Come noi siamo tuttuno col mondo.
Continua in “La mia storia artistica, seconda parte: dal 2018 a oggi“.